La sinistra ripropone la cittadinanza agli immigrati in Italia. Ricardo Merlo, presidente del MAIE: “Prima gli italiani all’estero”

Si torna a parlare di ius soli in Italia. Tutto nasce da un’intervista a Repubblica di Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, che rilancia la proposta. Così Pd e sinistra in generale ripropongono la loro vecchia battaglia: chi nasce in Italia è italiano. Ma questo “vorrebbe dire regalare la cittadinanza italiana, che invece va conquistata”, spiegano dalle parti della Lega.

Sul punto nel fine settimana è intervenuto Matteo Salvini in persona: “Non è un tema all’ordine del giorno”, ha sottolineato il vicepremier leghista, che poi ha aggiunto: “La legge sulla cittadinanza non si cambia, va bene così com’è”.

La questione ius soli è insomma rientrata in pieno nel dibattito politico italiano. Proprio su questo tema Italiachiamaitalia.it ha voluto chiedere un parere al Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo.

Tra i temi portati avanti da Merlo, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, durante il suo percorso politico, c’è sempre stato quello della cittadinanza a quegli italiani all’estero che l’hanno persa per un motivo o per un altro. Chissà cosa pensa il senatore eletto all’estero di un Pd che si ostina ad occuparsi più degli immigrati che degli italiani nel mondo.

Sottosegretario Merlo, ha visto? Si torna a parlare di ius soli in Italia.

Sì, ho visto. Ma temo che dietro alla decisione del Pd di riportare in prima linea questa battaglia, più che una sincera volontà di sostenere gli immigrati ci sia una strategia tutta politica.

Cioè? Si spieghi meglio.

Questo governo sta dimostrando con i fatti di sapere governare. Possono esserci al suo interno, talvolta, delle diverse visioni politiche, ma poi seduti ad un tavolo finora si è sempre trovata una sintesi tra le varie posizioni. Un esecutivo che ha fatto molto in poco tempo e che gode di largo consenso tra gli italiani.

Dunque?

Dunque Pd e compagni giocano a dividere un governo che finora, nonostante tutto, si è saputo dimostrare compatto. Lo ius soli è il cavallo di Troia che la sinistra vuole usare non solo per tentare di dividere Lega e 5stelle, ma anche per provare ad accaparrarsi quegli elettori che, pur avendo votato 5stelle, sono molto sensibili a temi tradizionalmente di sinistra, come quello della cittadinanza agli stranieri in Italia, appunto.

Il suo è un ragionamento da politologo. Ci sta. Ma nel merito della questione, come presidente del MAIE, lei cosa pensa?

Tra le frasi chiave dell’attuale governo c’è “prima gli italiani”. Beh, io dico prima gli italiani all’estero. Non entriamo nemmeno nella questione ius soli se prima non chiariamo alcuni punti che riguardano la cittadinanza per gli italiani nel mondo.

Quali sono questi punti?

Va innanzitutto cambiata la regola per cui viene riconosciuta la facoltà di trasmettere la cittadinanza italiana solo ai figli nati dopo il 1 gennaio del 1948, ovvero dopo l’entrata in vigore della Carta Costituzionale. Si tratta di una discriminazione assurda per le donne che hanno partorito prima del 1948 e per i loro discendenti.

E poi?

Come MAIE ci battiamo da anni anche per concedere la cittadinanza italiana ai residenti nei territori appartenuti all’ex Impero austroungarico e ai loro discendenti.

Lei ora è al governo: come Sottosegretario agli Esteri pensa di poter portare a casa questi obiettivi?

Per la prima volta esiste una politica per gli italiani all’estero a livello di governo. Nel contratto di governo, a cui noi abbiamo dato fiducia, si parla al punto 10 di italiani nel mondo: made in Italy, riforma del voto all’estero, riforma di Comites e CGIE, riorganizzazione della rete consolare. In poco meno di un anno abbiamo già fatto moltissimo: continueremo a lavorare con la consapevolezza che c’è ancora tantissimo da fare e che abbiamo appena cominciato. La questione cittadinanza non è nel contratto di governo, nonostante questo credo valga la pena affrontarla e ho già iniziato a discuterne con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

Insomma, sulla questione il MAIE come la pensa?

Al MAIE interessa salvaguardare lo ius sanguinis. Sì allo ius sanguinis.

Fonte: Italiachiamaitalia

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