Tanti gli italiani ancora bloccati all’estero. Rimpatriare più di 60.000 cittadini italiani, nelle condizioni attuali, non è stata cosa facile. L’Unità di crisi della Farnesina ed il suo personale, così come coloro che lavorano nelle diverse Rappresentanze Diplomatiche Consolari, stanno facendo il proprio dovere. Mi auguro che, una volta terminata questa emergenza globale, le nostre colonie Italiane residenti in Centro e Nord America diventino più forti ed unite che mai
Ciò che stiamo vivendo, con la pandemia provocata dal Covid-19, era un qualcosa di impensabile all’inizio di questo 2020. Il mondo è cambiato in pochissimo tempo e ce ne stiamo rendendo conto con il passare dei giorni.
Lo scenario che ci siamo trovati davanti in pochi mesi é quello di persone chiuse in casa a causa delle restrizioni dettate dalla necessità di frenare il contagio massivo, famiglie distrutte a causa della perdita dei propri cari senza per altro avere la possibilità di assistere ai loro funerali, attività economiche ferme con gravi conseguenze a livello micro e macro economico, sistemi sanitari nazionali al collasso.
Tanti nostri connazionali che si trovano all’estero per motivi di lavoro, studio o turismo, sono rimasti bloccati nei paesi ospitanti. Rimpatriare più di 60.000 cittadini Italiani, nelle condizioni attuali, non è stata cosa facile.
L’Unità di crisi della Farnesina ed il suo personale, così come coloro che lavorano nelle diverse Rappresentanze Diplomatiche Consolari, stanno facendo il loro dovere, operando con altruismo e sicuramente dando il massimo, così come stiamo osservando a distanza per quanto riguarda, ad esempio, i nostri operatori sanitari, le nostre forze dell’ordine, la protezione civile.
È una situazione senza precedenti e le nostre istituzioni stanno facendo la loro parte.
Ogni Stato ha messo le proprie regole, per quanto riguarda l’apertura e chiusura dei propri porti ed aeroporti. Queste regole vanno rispettate ed e con questo che il nostro Governo ha dovuto fare i conti per poter rimpatriare il piú velocemente possibile i nostri connazionali all’estero. Ottenere autorizzazioni per poter operare i voli delle Linee Aeree, in circostanze come quella che stiamo vivendo, non e un compito facile.
Oggi osservo, con grande allegria, che stanno partendo dalla Repubblica Dominicana altri due voli: uno organizzato da Blu Panorama (che era stato recentemente cancellato) ed un altro della compagnia Neos. In totale, in meno di un mese, quattro voli ferry.
Altro volo il 19 aprile da Orlando per i connazionali del Sud Est degli USA che sono rimasti bloccati. Il 16 aprile è partito un volo da Cuba con un centinaio di connazionali. Tutto questo grazie al lavoro estenuante e difficile di tante persone. Tra queste, non si può non menzionare anche il personale del MAECI e delle diverse Ambasciate e/o Consolati, impegnati nell’ottenere i permessi per operare i voli e per mantenere contatti con i connazionali bisognosi di rimpatriare.
Alla fine, ciò che conta sono i risultati ottenuti e non le parole che, se mal espresse, rischiano di dividerci.
Personalmente, in casi di emergenza, ho imparato a cercare sempre di risolvere le cose e di non perdere tempo in critiche, perché con le critiche non si risolvono i problemi.
Mi auguro che, una volta terminata questa emergenza globale, le nostre colonie Italiane residenti in Centro e Nord America diventino più forti ed unite che mai, con il desiderio di creare e non distruggere, di dialogare e non offendere, di dare e non approfittare. Alla fine, siamo tutti Italiani.
Angelo Viro
Vicepresidente mondiale del MAIE
Fonte: ItaliachiamaItalia
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