“Ci chiediamo se il capo missione a Londra, l’Ambasciatore Raffaele Trombetta, capisce la sua responsabilità davanti ai disagi che i nostri connazionali (oltre 600mila) continuano a soffrire a causa della sua inerzia”
Quando riaprirà il Consolato d’Italia a Manchester? Al momento, non è dato saperlo. Nelle scorse settimane l’annuncio della riapertura, ma ad oggi non è stata fissata una data. Che succede?
A chiederselo sono in tanti. Tra questi, anche l’On. Mario Borghese, vicepresidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero: “Nel marzo del 2019 è entrato in vigore il decreto Brexit, con il quale il governo italiano ha stanziato fondi importanti – si parla di milioni di euro – per rafforzare, riqualificare e ampliare la rete consolare italiana nel Regno Unito. Anche grazie a quei soldi – prosegue l’Onorevole – si sarebbe dovuto riaprire il Consolato d’Italia a Manchester. Invece, a distanza di quasi due anni, ancora nulla si è mosso, nonostante gli annunci fatti”.
“Dunque i soldi ci sono – prosegue Borghese -, il governo ha dato le giuste risposte, ma ancora per quanto riguarda il Consolato di Manchester siamo in alto mare. Ci chiediamo, a questo punto, se il capo missione a Londra, l’Ambasciatore Raffaele Trombetta, capisce la sua responsabilità davanti ai disagi che i nostri connazionali (oltre 600mila) continuano a soffrire a causa della sua inerzia”.
Parole quelle di Borghese che lasciano il segno. E a cui si aggiungono quelle di un altro deputato, l’On. Antonio Tasso, capogruppo MAIE alla Camera dei Deputati: “Abbiamo grande stima e rispetto per i diplomatici italiani che nel mondo rendono onore all’Italia, a loro va la nostra sincera riconoscenza per il lavoro che svolgono, spesso in condizioni non facili. Ma non possiamo girarci dall’altra parte – sottolinea Tasso – di fronte all’evidente ritardo con cui l’Ambasciatore Trombetta sta portando avanti la pratica che riguarda questa apertura. Nella stragrande maggioranza dei casi, i nostri diplomatici sono davvero dei grandi professionisti che ci rendono orgogliosi; ma a nostro modo di vedere, e ci dispiace molto dirlo, quello di Trombetta è un caso che danneggia l’immagine dell’Italia e della nostra diplomazia ”.
“Nella sola circoscrizione consolare di Londra – prosegue Tasso – vivono circa 400mila italiani, tutti regolarmente iscritti all’AIRE. Oltre a questi, se ne stimano altri 300mila non iscritti AIRE. Insomma, una quantità enorme di connazionali che grava sulle spalle del Consolato generale d’Italia a Londra, quando aprendo Manchester si darebbe tanto ossigeno a quella sede. Questo ritardo – conclude Tasso – è davvero intollerabile. Stiamo preparando un’interrogazione rivolta al Sottosegretario Merlo e al Ministro Di Maio perché chiariscano in Parlamento questa situazione”.
Fonte: ItaliaChiamaItalia
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